Via Biberatica
Il percorso basolato della via Biberatica rappresenta la cerniera tra la parte superiore e quella inferiore del complesso. Il nome, non antico, deriva probabilmente dal vocabolo latino bibere = bere.
Il tratto rettilineo più settentrionale, che si perde sotto l’attuale via Quattro Novembre, conserva ancora l’immagine di una via urbana della città antica.
Gli edifici della Grande Aula e del Piccolo Emiciclo si affacciano sulla strada con tabernae che conservano soglie, architravi e stipiti in travertino originali. Sono inoltre visibili sulle facciate le tracce di un percorso di servizio sostenute da arcate su mensole.
In questo tratto, due degli ambienti sul lato della Grande Aula hanno subito delle trasformazioni post-antiche, attribuibili probabilmente all’epoca in cui il complesso era occupato dal convento di S.Caterina da Siena: l’originale livello del pavimento è stato rialzato dalla volta di copertura di ambienti sotterranei, da utilizzarsi come cantine, scavati all’interno delle originarie fondazioni romane.
La Biberatica devia poi bruscamente e nel tratto centrale, tra il Corpo Centrale e il piano superiore del Grande Emiciclo, sale leggermente di quota: da qui due scale scendevano ai piani inferiori del Grande Emiciclo e altre scale permettevano di accedere ai piani sovrastanti degli edifici della Grande Aula e del settore meridionale del Corpo Centrale.
Sul lato verso i Fori, il terzo livello del Grande Emiciclo era costituito da una fila di tabernae che si aprivano sulla strada, la maggior parte delle quali non sono oggi più conservate in elevato. Alle spalle di questi ambienti passava un corridoio di servizio.
Sul lato opposto, la facciata del cosiddetto Corpo Centrale accompagna l’andamento curvilineo della strada formando un angolo. La differenza nella tecnica muraria mostra chiaramente che la parte destra della facciata è stata ricostruita in epoca medioevale con una muratura irregolare che utilizza materiale di rempiego tra cui si possono notare dei tratti di pavimentazione ad opus spicatum (mattoni disposti a spina di pesce).
All’estremità meridionale di questo tratto la strada è scavalcata da un arcone, aggiunto in corso d’opera per fare da contrafforte alla parte meridionale del Corpo Centrale.
Sotto l’arcone la leggera pendenza della via Biberatica era in antico superata per mezzo di una cordonata. Si trattava dunque di un percorso non accessibile ai carri a servizio del complesso di edifici pubblici dei Mercati di Traiano, più che di una vera e propria via urbana.
Oltre l’arcone il percorso del tratto meridionale della strada piega a sinistra e scende verso l’attuale via della salita del Grillo, che ricalca una via antica. Il basolata romano è attualmente interrotto dallo sbarramento del palazzo del Grillo, che occupa la sede stradale, mentre il passaggio moderno avviene in corrispondenza delle strutture romane che si appoggiano e fiancheggiavano la via.
Il colore della moderna pavimentazione, grigio per la strada e rosso mattone in corrispondenza degli ambienti scomparsi, permette di riconoscere la situazione antica.
In questo tratto, sul lato verso i Mercati, la via fiancheggia strutture di terrazzamento e un'insula di ambienti probabilmente di abitazione, disposti su due-tre livelli, non ben conservati. Gli ambienti presentano tracce di interventi tardo-antichi e inglobano strutture precedenti.
Sul lato opposto della strada si affacciano una serie di ambienti poco profondi e con ampie finestre, che costituiscono il piano superiore di uno stretto isolato, in parte inglobato nel palazzo del Grillo.